Intervista a Roberta Marcaccio

intervista a roberta marcaccio

Buongiorno lettrici e lettori,
avete letto Il cactus non ha colpa di Roberta Marcaccio?
Io sì e mi è piaciuto molto!

Ho avuto il piacere di fare qualche domanda all’autrice per conoscerla meglio, ero proprio curiosa di sapere come fosse nato questo romanzo!

Intervista a Roberta Marcaccio autrice del romanzo Il cactus non ha colpa

Voi siete curiosi? Eccovi le domande:

Da cosa nasce la tua passione per la scrittura?

Principalmente dall’amore per i libri, da una tendenza innata ad avere la testa tra le nuvole, una creatività che macina continuamente immagini e storie e dal bisogno di vivere (credo non solo io) altre vite, altre situazioni, dalla necessità di essere altre persone, provare emozioni diverse come la gelosia (sentimento che non mi appartiene) oppure indossare abiti inusuali come quelli di una serial killer, una parrucchiera o una suora.

Ho iniziato per passione per capire poi col tempo che questo amore per la scrittura è un’urgenza viscerale, un istinto primordiale. Forse scrivevo anche nella pancia di mia mamma, non so, me lo chiedo spesso.

Hai delle abitudini particolari mentre scrivi o momenti della giornata che prediligi?

Tendenzialmente no perché per il poco tempo che ho, sono costretta a sfruttare qualsiasi momento libero: al mattino presto, durante il giorno o la sera.

Le uniche abitudini sono: le cuffie con la musica sempre nelle orecchie (anche la stessa musica a ripetizione, ad esempio: tutta la raccolta di Ed Sheeran o Shawn Mendez o One Republic o Imagine Dragons, l’importante è che sia in una lingua che non io non possa cantare ?) utile a isolarmi dal resto del mondo e tazze di caffè d’orzo o infusi sempre piene.

Ovviamente ho sempre con me l’accesso a internet per la Treccani o per qualche ricerca veloce dell’ultimo minuto, ma social, chat e mail rigorosamente spenti. 

Come hai avuto l’ispirazione per questo libro?

Ho iniziato a scrivere Il cactus non ha colpa per il bisogno di trasferire su carta il mio malumore. Non avevo idea di cosa farne, però mi sono detta: questa storia devo scriverla. Non mi sembrava giusto restasse solo mio patrimonio (anche se un po’ scomodo come puoi immaginare).

All’inizio non era un granché. La feci leggere alla mia amica Ilaria che rimase colpita (nonostante conoscesse la storia della vera Rebecca) e mi disse che potevo fare meglio di così e avrei dovuto consegnare quella storia ai lettori e non lasciarla marcire in un cassetto.

Le sue parole aprirono una luce nel mio cuore: consegnare Rebecca al mercato editoriale e ai lettori era un mio dovere. Lavorai a fondo per poterlo rendere pubblicabile e lo spedii a diverse case editrici.
Perdonami se ne approfitto, colgo l’occasione per ringraziare Triskell, Barbara Cinelli e tutto lo staff: sono persone con il Cuore gigante e meritano tutta la mia stima.

Il libro parla di una donna che arrivata a 45 anni deve prendere in mano la sua vita e ricominciare da capo, perché hai scelto proprio questa tematica?

Perché è un tema brutalmente attuale, forse anche troppo, considerando il tempo in cui viviamo. Quando iniziai a scriverlo (a febbraio 2019) non potevo immaginavo che di lì a un anno sarebbe scoppiata una pandemia e in tanti avrebbero perso il lavoro.

Il tema della perdita del lavoro l’ho vissuto indirettamente ogni volta che un collega subiva un licenziamento e, purtroppo, anche sulla mia. Quando ho spedito il manoscritto a Triskell, marzo 2020, mi sono resa conto che il mio romanzo era di un’attualità sorprendente, neanche l’avessi fatto apposta.

Hai qualcosa in comune con la protagonista, ti rivedi in lei? 

Domanda difficile. Se chi mi conosce bene leggesse Il cactus non ha colpa ( e spero lo facciano tutti!), sono certa che vedrebbe me in Rebecca. In realtà io e lei siamo diametralmente opposte. Quello che ci accomuna è l’empatia, il vivere i rapporti interpersonali con il cuore in mano e credere nel potere della passione.

C’è un altro aspetto di Rebecca che ho voluto marcare con un tratto deciso perché ci credo fortemente: la leadership non è autorità ma autorevolezza, un leader guida non ordina, un manager è colui che condivide e non impone.
E con questo spero di avere incuriosito abbastanza!!

Gli uomini di questo romanzo sono molto interessanti, nella tua vita c’è qualcuno che assomiglia a uno di loro?

Quando mi viene chiesto se i personaggi sono ispirati a persone che conosco, rispondo sempre sì e no.

No, perché i personaggi sono delineati in modo da essere necessari all’economia della storia, scelgo io che connotazione dare loro in fase di progetto e li caratterizzo a seconda di come voglio che agiscano.

Sì, perché a volte mi lascio ammaliare dal fascino di una persona che conosco e che con le sue caratteristiche è perfetta per il mio racconto. Ad esempio: Ilaria, amica di Rebecca, esiste per davvero nella mia vita (non è esattamente così, ma le assomiglia tantissimo); nel mio romanzo Ti raggiungo in Pakistan, Giorgia è ispirata a un’altra cara amica…
Come dico sempre ai miei amici: fate attenzione, potreste finire in una storia!!

Una curiosità: che fine ha fatto Giuliano? 

Lo vuoi sapere davvero? ?
Io lascerei che sia il lettore a immaginare che fine ha fatto Giuliano. Non amo svelare il mio punto di vista, perché ognuno di noi leggendo si crea le proprie immagini, i propri volti e i propri finali. So di essere diabolica, ma mi piace lasciare una parte di storia aperta, creare curiosità e animare la fantasia.

A chi consigli questo libro?

A tutti ovviamente. Il cactus non ha colpa ha le caratteristiche per essere un libro che fa riflettere; a tratti leggera e ironica, è una storia che può aiutare chiunque a fare i conti con le proprie priorità e decidere se la vita che ha scelto è quella che desidera oppure vale la pena uscire dalle comodità e affrontare i sogni e le passioni. Spero aiuti tante persone a dire NO, qualche volta, e amarsi di più.

3 cose di cui proprio non puoi fare a meno nella vita?

Solo tre???? Avrei una lista lunghissima.
1. Le persone che amo, in primis i miei figli.
2. I libri da leggere, scrivere o studiare.
3. Il mare o la montagna.

Ti va di aggiungere qualche altra informazione su di te?

Considerando che mi piace parlare potremmo stare ore a chiacchierare, ma dato che mi piace tantissimo anche ascoltare vorrei davvero che i lettori mi scrivessero per raccontarmi che emozioni ha suscitato in loro la lettura de Il cactus non ha colpa, se gli è piaciuto, se hanno trovato qualcosa di stonato e cosa vorrebbero leggere in un libro. E poi vorrei invitare i lettori a seguirmi sui social e sul mio sito (www.robertamarcaccio.com): potrei pubblicare qualche “chicca” nei prossimi giorni!!

Ringrazio l’autrice Roberta Marcaccio e la casa editrice Triskell Edizioni per avermi concesso quest’intervista!

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