Recensione | Tracotanza – La sindrome di Didone Vol. 1 di Christina Mikaelson

Recensione La sindrome di Didone Tracotanza Christina Mikaelson

Buongiorno lettori e lettrici,
è un piacere condividere con voi la recensione del romanzoTracotanzaLa sindrome di Didone di Christina Mikaelson, un young adult bellissimo, il primo della trilogia La sindrome di Didone.
Racconta le vicende di un gruppo di adolescenti che frequentano l’ultimo anno di liceo classico, a Roma, nel 2006.

Tracotanza - La sindrome di Didone Vol. 1 di Christina Mikaelson

Recensione | Tracotanza – La sindrome di Didone Vol. 1 di Christina Mikaelson

Titolo: Tracotanza - La sindrome di Didone Vol. 1
Autrice: Christina Mikaelson
Grafica: Angelic Graphics
Editore: Sperling & Kupfer
Data di uscita: 07/03/2023
Genere: Young Adult, Contemporary Romance
Serie: La sindrome di Didone Vol. 1
Pagine: 413
Prezzo Ebook: 6,99€
Prezzo Cartaceo: 12,35€
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Trama

Roma 2006.

Cosa faresti se dovessi fingere di essere fidanzata col ragazzo che odi per conquistare quello che ti piace?

Caterina Farnesi frequenta l’ultimo anno del liceo classico.
È una ragazza spigolosa, saccente e altezzosa che non vuol perdere tempo dietro ai ragazzi o ad altro che potrebbe distoglierla dal suo adorato studio. Purtroppo ha una cotta per il suo migliore amico Leonardo, a sua volta fidanzato con Beatrice, compagna di banco di Caterina.

Una mattina, Cat scopre un segreto scottante sul ragazzo che odia: il popolarissimo e irriverente rappresentante d’Istituto Adriano Greco.
Lui è tutto ciò che lei detesta e approfitterà di questa occasione per ricattarlo e chiedergli di fingersi il suo ragazzo per fare ingelosire Leonardo. Ma cosa succederebbe se la finzione si mischiasse con la realtà e Caterina si rendesse conto che Adriano non è così terribile come credeva?

Romanzo non autoconclusivo

La sindrome di Didone: odio e amore

Le persone più dure sono anche le più fragili. Le persone che non hanno bisogno di nessuno sono quelle che desiderano essere abbracciate di più.

La sindrome di Didone è un romanzo rosa adolescenziale, ambientato a Roma nel 2006, anni in cui anch’io ero una ragazza del liceo, mi ha riportato indietro nel tempo, in un’epoca in cui non c’erano Facebook, Instagram e WhatsApp, ma si usavano gli sms, MSN e i forum e questo mi ha fatto davvero emozionare.

Lo consiglio di cuore perché è una storia che fa riflettere, non ha nulla di scontato, anche se la trama sembra un complicato triangolo amoroso, in realtà, il libro è scritto molto bene e le vicende dei personaggi si intrecciano alla perfezione.

Lo stile è semplice e il lessico è curato.
Scorre in modo fluido e il ritmo aumenta pian piano, soprattutto verso la fine.

L’ultima parte mi ha coinvolto tanto da divorarla, e mi ha lasciato col fiato sospeso, non vedo l’ora di leggere i prossimi volumi per sapere come continua.

Le vicende sono raccontate da un narratore esterno, in terza persona, che si focalizza alternativamente sul punto di vista dei due protagonisti, in base alla situazione.
La narrazione è tutta al passato.

Dialoghi e descrizioni sono ben bilanciati.
I dialoghi sono divertenti, ci sono spesso battibecchi carichi di sarcasmo e ironia, ma a volte anche discorsi che vertono su argomenti impegnativi.

Le descrizioni sono molto curate, soprattutto quelle dei personaggi, che sono delineati in modo impeccabile, sia dal punto di vista fisico che mentale.

Non solo i protagonisti principali, ma anche gli altri, hanno tutti una loro personalità ben definita e degli elementi distintivi chiari.

Christina Mikaelson ha una capacità descrittiva notevole, che permette di immedesimarsi al meglio nei personaggi e nelle situazioni narrate.

Roma era immensa da lassù, sembrava avvolta da un’aura magica. Di notte diventava di mille colori e ogni via, vicolo, monumento e piazza riportava a epoche antiche, epoche vive solo attraverso i libri. A volte la gente dimenticava la grandezza di Roma, la città eterna; dava per scontata la sua esistenza, senza pensare a tutto quello a cui era sopravvissuta nei secoli.

I capitoli sono abbastanza lunghi, la particolarità è che i titoli sono tutti in latino e alcuni cominciano con un oroscopo della protagonista che sembra indicarle la via da seguire.

Roma La sindrome di Didone Christina Mikaelson

Foto di Julius Silver da Pexels

I personaggi principali

Se tieni davvero a qualcuno devi lasciarlo libero di decidere, puoi tentare di fargli capire che sta commettendo un errore, ma non lo puoi obbligare a fare qualcosa contro la sua volontà.

I protagonisti di questo romanzo sono Caterina e Adriano, due adolescenti che all’apparenza sono molto diversi, il loro rapporto è carico di odio e cose non dette, ma in realtà sono più simili di quanto non sembri e i loro atteggiamenti non sono altro che un modo per nascondere sé stessi dietro a delle maschere.

Ho amato entrambi i protagonisti.
A volte avrei voluto spronare Caterina a lasciarsi andare, a essere meno rigida e spesso mi ha fatto arrabbiare con la sua ostinazione nel non voler mai mostrare nulla di sé agli altri.
Adriano invece fin da subito mi ha fatto un’ottima impressione e continuando a leggere si è rivelato sempre meglio.

Caterina Farnesi

Caterina La sindrome di Didone di Christina Mikaelson

Caterina

È una ragazza che si presenta come la classica saputella, con un atteggiamento schivo, a volte altezzoso, dedita solo allo studio.
Non frequenta le feste, odia andare in discoteca e non è suo agio con i trucchi né con abiti vistosi.

Questo almeno è quello che gli altri vedono e pensano di lei, talvolta anche i suoi genitori ritengono che stia troppo distante dal modo di vivere dei suoi coetanei.

La realtà è che lei ha davvero una passione per le materie umanistiche, adora il greco, il latino e tutte le cose che normalmente gli altri trovano noiose, ovviamente è la prima della classe, anche se odia matematica e fisica.

C’era bellezza ovunque nei libri che erano obbligati a studiare. Gli era stato donato un tesoro e loro non lo sapevano. Per i suoi compagni erano soltanto dei compiti da svolgere controvoglia, per lei invece erano fonti infinite di cultura, cibo per l’anima.

Non ha mai avuto un ragazzo, è convinta di non volerne uno, ma farebbe di tutto per conquistare Leonardo, anche cose impulsive e stupide, molto lontane dalle sue abitudini.

Maniaca del controllo, è ossessionata dai voti, non sopporta i fallimenti e fa di tutto per evitarli.
Non vuole in nessun modo apparire debole o fragile agli occhi degli altri, anche delle persone che le vogliono bene e che le starebbero vicine.
Non accetta che qualcuno possa metterle i piedi in testa, per lei è vitale mostrarsi forte e incrollabile, per questo nasconde le proprie emozioni a tutti, anche a costo di apparire fredda e distaccata, come se non le importasse mai di nulla.

Odia Adriano, non si fida di lui e pensa di non poterlo perdonare per una vicenda accaduta tempo prima.
È sicura di non poter andare d’accordo con lui, ma la verità è che hanno più cose in comune di quante credano e più lo conosce, più si sente attratta da lui, anche se, ovviamente, non lo ammetterebbe mai.
Il loro è un rapporto complesso, ma molto intenso.

«Non riesco a crederti» sussurrò Cat, scossa da sensi di colpa che forse non avrebbe mai ammesso. Si schiarì la gola per far assumere alla propria voce un timbro più sicuro. «Delle cose che dici non mi fido neppure della punteggiatura.»

Adriano Greco

Adriano La sindrome di Didone di Christina Mikaelson

Adriano

È il rappresentante d’istituto, un figo pazzesco, alto, biondo, con gli occhi azzurri come il ghiaccio e decisamente sexy.

È molto carismatico, sa come coinvolgere le persone, in più è anche molto bravo a scuola, specialmente in greco e latino, senza dover nemmeno studiare granché.  Arrogante e presuntuoso, brama la popolarità e non concepisce i fallimenti.

Si diverte un mondo a punzecchiare Caterina, la chiama Ranocchietta, ma la ragazza gli tiene testa egregiamente.
Lo attrae più di quanto ritenesse possibile e non sopporta che proprio lei sia l’unica a non cedere al suo fascino, essendo abituato ad avere tutte le ragazze ai suoi piedi.

Per Caterina è l’emblema della tracotanza.

La sua però è solo una facciata, un modo per nascondere sé stesso e ciò che prova, in realtà è molto meglio di come appare.
Ha una situazione familiare complicata e segreti che vuole tenere per sé, per questo motivo dà agli altri un’immagine di sé costruita ad hoc, in modo tale che la sua privacy sia al sicuro.

Il ragazzo evitava sempre di ripensare al suo passato, infestato da fantasmi che lo venivano a trovare di notte in sogno, ed era un sollievo il fatto che a Roma, soprattutto a scuola, nessuno conoscesse la sua storia.

L’unico che sa tutto di lui è Leonardo, il suo ex migliore amico, ma il loro rapporto si è incrinato da quando Adriano è stato accusato di avergli rubato la ragazza.

Enea e Didone La sindrome di Didone Vol. 1 Christina Mikaelson

Enea e Didone

Oltre a Caterina e Adriano ho apprezzato molto anche gli altri personaggi che danno vita a questa storia, perché ciascuno ha un ruolo ben definito e degli elementi che lo caratterizzano.

Leonardo Costa è L’ ex migliore amico di Adriano e migliore amico di Caterina, a ben vedere è anche lui uno dei protagonisti, perché senza di lui tutto questo non avrebbe senso.

È un bel ragazzo e vuole molto bene a Caterina, ma non si è mai sbilanciato nei suoi confronti.
A scuola fa il minimo indispensabile e ha dei problemi con l’autorità.
Per Adriano è sempre stato un amico leale e ha sofferto molto quando si è sentito tradito da lui.

Beatrice Migliore amica di Caterina e attuale fidanzata di Leonardo, è una ragazza spensierata e solare, a scuola fa il suo dovere, ma non è fissata con lo studio.
Ama uscire, andare alle feste, uscire con i ragazzi e fare shopping, è un’inguaribile ottimista.
Ha poco in comune con Caterina e da quando si è fidanzata con Leonardo il loro rapporto è peggiorato, ma è un amica gentile e disponibile.

Micaela è l’altra migliore amica di Caterina, quella che la capisce meglio, con cui condivide più cose e riesce ad aprirsi, purtroppo però si è trasferita a Milano e frequenta un ragazzo troppo geloso e prepotente.

Nicola Diamante è un compagno di classe di Caterina, rappresentante di classe insieme a lei.
I due entrano in confidenza dopo che lui le rivela un suo segreto, molto personale, dopo essersi fatto un’idea sbagliata su di lei e da lì in poi sarà sempre più presente.

Fabrizio Haltrich, il compagno di banco di Nicola, è un ragazzo di origini moldave, biondo, con piercing, tatuaggi e l’aria da teppista, ma è molto intrigante.
Non compare da subito, l’attenzione su di lui è attirata solo dopo la metà del libro per un motivo molto interessante e che complicherà ulteriormente questi triangoli amorosi.

Didone abbandonata La sindrome di Didone Vol. 1 Christina Mikaelson

Didone abbandonata Immagine di Augustin Cayot (1667-1722) – Marie-Lan Nguyen (2011)

La figura della donna

Il titolo è particolare e, a mio parere, molto carino, la sindrome di Didone, fa riferimento alla storia di Didone.

Per chi non la conoscesse, Didone è un personaggio dell’Eneide, una donna forte, combattente, che, dopo esser rimasta vedova, fonda la città di Cartagine e ne diventa regina.

Ha tenuto testa a re ed eserciti, ma alla fine si è suicidata per amore di Enea, dopo che quest’ultimo l’ha abbandonata per andare a fondare Roma, pugnalandosi con la sua spada, maledicendo lui e la sua discendenza.

La sindrome da crocerossina di Didone era piuttosto comune: troppe donne si facevano tagliare gli attributi da omuncoli senza spina dorsale, e il mondo era pieno di Enea.

L’autrice ci vuole dire, attraverso il personaggio di Caterina, che le donne non dovrebbero essere disposte a tutto per gli uomini, né sminuirsi o annullarsi per loro.

È importante che le donne si sentano realizzate e che non vengano considerate solo mogli e madri al servizio degli uomini, ma persone con sogni e desideri da realizzare.

Davvero l’amore doveva essere irrazionale al punto da ignorare tutti i difetti di una persona?

In questo libro ci vedo anche un incoraggiamento verso le ragazze a non accontentarsi del primo che capita, ma a cercare ragazzi disposti ad amarle e apprezzarle come meritano, che non le costringano a fare cose che non vogliono, né le opprimano con la gelosia e il possesso.

Ci sono degli spunti di riflessione su questi e su altri temi all’interno del romanzo che ho veramente apprezzato, è sempre bello trovare storie in cui la figura della donna viene valorizzata.

Caterina mi è piaciuta soprattutto per questo, anche se a volte i suoi atteggiamenti sono un po’ troppo altezzosi, il significato è chiaro: meglio sole che con uomini che non ci meritano.

In fondo il messaggio che trasmette questo libro è che per essere felici, sentirsi vivi e stare bene con sé stessi, bisogna lasciarsi andare, uscire dalla propria comfort zone, provando anche a perdonare chi ci ha fatto soffrire.

Non avevo mai letto nulla di questa autrice, ed è un peccato a cui rimedierò perché il suo stile mi piace molto, da ragazza adoravo le fanfiction e l’autrice sul suo profilo Wattpad ne ha alcune che sono molto curiosa di leggere, oltre all’altro libro che ha già pubblicato: Take a sad song

La sindrome di Didone è il primo di una trilogia e non vedo l’ora di leggere i prossimi!

Consiglio la lettura a tutti coloro che vogliono tornare indietro nel tempo e sentirsi di nuovo adolescenti, per un effetto anche migliore potete accompagnare la lettura con la playlist su Spotify la sindrome di Didone

Autrice: Christina Mikaelson

Dopo aver esordito su Amazon con il Contemporary Romance Take a sad song edito da Un cuore per Capello, Christina Mikaelson ritorna con il primo volume di una trilogia Young Adult non autoconclusiva.

L’autrice nasce a Catania l’1 Ottobre del 1991.
La sua passione per la scrittura nasce fin da piccola, non appena è in grado di scrivere i suoi primi temi scolastici. Si avvicina al mondo dei libri a dieci anni, dopo aver letto Harry Potter e la Pietra Filosofale.

Qualche anno dopo comincia a scrivere di suo pugno e a postare online delle fanfiction sull’omonima saga; si esercita così per anni finché non decide di scrivere qualcosa di suo.

Per lei la scrittura rappresenta da sempre un’ancora di salvezza, nonché l’unico mezzo attraverso cui può esprimere se stessa.

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